domenica 9 marzo 2014

Provence

Per te che in estate scoperchi
conserve di sorrisi d'intesa
per genti straniere
che non sapranno mai pronunciare
il tuo nome.
E' buffo smontare il cosmopolitismo
sapendo
che i miei suoni incomprensibili di oggi
valgono le tue bollette di domani.

Il mio cicerone
ci guida
conserva ancora lo stupore
un mostro preistorico
e campi di lavanda
E' un fischiettare giocondo
guarda guarda

Fra le fronde starnazzano
scemi urlanti
Power Rangers in muta di luglio
a perdere acqua
a guadagnare sole
biciclette mai spente
annaspano in salite arieggiate
e lei spesso si trova
calpestata
fra massi di un antico mondo ocra
viveva solo d'aria
per quattro giorni o poco più
Tornanti sviscerano
le mie sicurezze visive
ogni curva svela
un angolo di paradiso.

Una pioggia fuori posto
che ha perso la strada
a immortalare vecchi
dinnanzi a dimore di altri tempi
rapaci di Francia in picchiata
aureole di mosche regali
attingono a distese di carta gialla,
origliano e mormorano
tutte allo stesso modo
le cicale
in ogni spicchio di universo.

Qui la gente lavora
non può permettersi di lavare
tovaglie macchiate dal sangue di ciliegie,
questi tetti hanno il colore di nidi
per tutti i gabbiani dispersi
e mappe di muschi gialli
luna-park di insetti
che riposano
alla foce del vento.

Mentre aironi si abbeverano
presso le saline
risaie filtrano acque paludose
Terra, che riservi
melma splendida
per i miei occhi curiosi
celi musica d'asfalto
offri pani pallidi
per palati troppo affamati
la triste storia di una dolceria
che vendeva scatole di biscotti
ma non biscotti.

Dall'Africa alla Camargue
investono riserve di plancton
in un gioco di coordinate
aperture alari
lungo un viaggio intercontinentale
alla ricerca di un sole migliore,
nella splendente residenza estiva
rifrigerano le lunghe
zampe rosa
nella calorosa attesa
di un meritato pasto
questi fenicotteri dai colli sinuosi
e dal gracidare immondo.

Vanti antiche cinte murarie
scorciate dall'acqua
ciondoliamo annoiati
lungo assolate planimetrie papali
diventiamo sovversari falsari
debellando accuratamente
le nostre tracce.
La città di forti venti custodisce
il fantasioso ponte della nostra infanzia
e lì
mentre tutti ostentano il pudore
sarà che di anno in anno
perde un po' più il senno
ci prendi per mano
e cominciamo a danzare.


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