domenica 9 marzo 2014

Gozzilla ci cercava

Era blu
l'attrito dei davanzali  inermi
trattenevano il calore
senza risentite dispersioni
ignoravamo il senso
giocolavamo col tempo
fra tazze di caffè etiope
e giacche di pseudovelluto.

Gozzila ci cercava
nelle scuole
scampate
appena
ai terremoti
nei colossali grigi
impianti di silenzio
ti infarinerai
meglio le idee
un giorno
mi ripetevo.

Suppurative carezze
e intermittenza
e vino di lillà
mi ricordavano che
sedimentate incertezze
involvono
in alienazioni pallide.

Ho sempre sognato
di arrivare
in quel vicolo
al confine del quartiere,
all'angolo
la piccola cartoleria
e un vecchio gentile
sempre prossimo all'orario di chiusura
per i pochi fogli colorati
e i fumetti di generazione passate
mi faceva credito
o meglio
non faceva caso ai pochi centesimi
che mancavano sempre.
E fra le sponde del vicolo
cercavo l'angolo da svoltare
non osavo mai chiedere ai palazzi
perchè fossero semplici cornici
e dove sconfinassero gli orizzonti.
Valanghe
valanghe
valanghe
nei condotti giganti
del colpevole divenire
cavalcavamo l'esistenza
nella passività delle montagne russe.

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