domenica 9 marzo 2014

E adesso che mi svuotato di senso
non avremo più le verdi candele
adi impallidirci gli aliti
e anche gli orgasmi a cavallo
che sono quelli che hai sempre voluto
anche se
nel ruolo dell'amico fidato
ci si doveva sentire
inutili pali di piacere.

Ci siamo troppo inquinati
per rifletterci in questo verde
che non hai mai saputo guardare
solo il tuo blu
solo il tuo blu
coglione
ti avrebbero reso il viola.

Gli anni più belli sono sempre
quelli che ho vissuto prima
e che nemmeno ricordo.
Il futuro, davvero, non esiste.
E fidati
la cura estrema
l'ultima spiaggia del piacere
sta nella sovversione
Rubare e uccidere.

Recupereremo i dispetti perduti
dell'infanzia emarginante
quando gli oggetti acquisivano forma
e i materiali composti
di distinguevano
e lui profumava sempre di colori a cera
non ci curavamo delle unghia
sporche di blu
e di certi baffi di spirito nero
e certi fiori rossi e rosa
che sembrano inventati
a contemplare polline
annoiato ad inseminarsi,
i doppi cavalli a dondolo
erano azzurri
ma c'era chi faceva la fila
i più belli
rosso natale.

Ricucio la storia del verme
che si insediò fra i denti
e sterminarli tutti avrebbe voluto
e io l'ho depennato dalla lista dei miei sorrisi
in cambio di candore a impronte
che ne sapevo
che torture di anni
di ossa mal posizionate
contavano notti scomode
e anche raccucciarsi fra la carne
era sognare
delle notti in cui tutte avevano
culi incantati
a 13 anni
non ancora compiuti
e non ho mai più dormito con
foto
sotto il letto.

Ma che ne sai

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